Minori

Minori è un Comune italiano di 2 700 abitanti, situato nella provincia di Salerno, in Campania. L'intero territorio cittadino è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, così come il resto della Costiera Amalfitana.

Anticamente tra i luoghi di soggiorno prediletti dall'aristocrazia romana imperiale – come testimoniato dal rinvenimento di una villa patrizia risalente al I secolo d.C. –, la città è oggi un'ambita meta turistica per le sue acque tirreniche, per i suoi paesaggi naturali, nonché per i gustosi prodotti pasticceri, che attirano ogni anno numerosi turisti alla ricerca dei sapori della Costa d'Amalfi. Per questo stesso motivo è conosciuta come Città del Gusto, mentre per il suo clima mite e piacevole è denominata Eden della Costiera Amalfitana.

Origini del nome

Già all'atto della sua edificazione, Minori assunse la denominazione di Rheginna Minor, allo scopo di essere differenziata dalla più grande e contigua Rheginna Maior (da cui vengono gli odierni nomi "Minori" e "Maiori"). Sull'origine del toponimo Reginna sono state avanzate alcune ipotesi da parte degli storiografi locali dei secoli passati. Filippo Cerasuoli propende per l'origine etrusca; mentre Pompeo Troiano e Matteo Camera sono favorevoli a una derivazione greca e, quindi, attribuiscono al termine il significato di "frattura rocciosa". Di certo comunque il toponimo rappresenta, come nel caso della contigua Maiori (Reginna Maior), un'estensione all'abitato della denominazione del fiume (Reginna Minor). È probabile anche che il toponimo derivi dal termine latino "regina", mediante il quale si indicano vie principali di comunicazione. Nel corso del XIII secolo scomparve l'appellativo Reginna, per cui i due vicini centri costieri furono da allora identificati mediante le denominazioni di Minori e Maiori, derivate dalla sostantivizzazione degli attributi latini legati agli antichi toponimi.

Storia

Antichità

Minori è, come dimostrano le ricerche archeologiche, il più antico sito abitato della Costiera Amalfitana. Al di sotto della zona pianeggiante dell'odierno centro urbano si sviluppa infatti una villa romana marittima risalente al I secolo d.c., organizzata su due piani, di cui si conserva solo quello inferiore, decorata con affreschi e mosaici. Questa villa, appartenente a qualche esponente del patriziato senatorio o equestre, fu attiva per tutta l'Età giulio-claudia. In seguito essa fu gradualmente abbandonata e, quindi, inesorabilmente coperta da cumuli di materiale lavico eruttato dal Vesuvio e precipitato poi a valle a causa di forti piogge torrenziali. La storia della villa e, di conseguenza, quella del primitivo nucleo abitato di Minori sembrano misteriosamente interrompersi intorno al IV secolo d.c.

La Cronaca della Minori Trionfante, fonte letteraria di rilevante importanza per la ricostruzione storica della città costiera, riporta un'antica tradizione, secondo la quale il primo nucleo abitato di Minori si sarebbe sviluppato nella località interna e collinare di Forcella. Tale tradizione, in accordo con le varie leggende di fondazione di Amalfi e degli altri centri del territorio, confermerebbe nel contempo anche la tesi della moderna storiografia amalfitana, la quale trova nelle incursioni germaniche del V secolo e nella conseguente fuga sui Monti Lattari delle popolazione della Valle del Sarno le origini degli insediamenti costieri. Secondo Marino Freccia, famoso erudito del Cinquecento, il più antico nome dell'abitato fu Reginella, perché, scriveva, come una regina risplendeva tra tutte le città della Costiera, mentre tre secoli dopo Pompeo Troiano, autore della Cronaca Reginna Minori Trionfante, salutava con orgoglio municipale come progenitori dei suoi minoresi i valorosi Troiani scampati alla distruzione della città di Troia.

La tradizione minorese afferma che il primitivo abitato di Forcella fu abbandonato al tempo in cui avvenne il miracoloso ritrovamento di Santa Trofimena sulla spiaggia sottostante nel VII secolo. Gli abitanti, infatti, avrebbero fondato una chiesa in onore della Santa e un nuovo insediamento lungo il litorale. Il nuovo insediamento venne edificato dagli abitanti di Scala che, scesi a valle, avrebbero dato luogo a un centro marittimo, incoraggiati anche dal fatto che le confinanti popolazioni germaniche non costruivano una minaccia sul mare, perché non sapevano navigare. Il nuovo villaggio, già all'atto della sua edificazione, assunse la denominazione di Rheginna Minor.

Medioevo

Per tutto il Medioevo la storia di Minori seguì assai da vicino quella di Amalfi e di tutto il territorio della Costiera, una delle tante aree del Mezzogiorno d'Italia di influenza bizantina; compresa all'inizio del grande e unico Ducato autonomo bizantino di Napoli (cioè non sottoposto direttamente all'Impero d'Oriente), esteso lungo la fascia costiera della Campania e fino al basso Lazio, successivamente, in seguito alle incursioni longobarde del IX secolo, la Costa di Amalfi si andò distaccando dal controllo napoletano, fino a formare un proprio Ducato autonomo retto dapprima da magistrati eletti e subito dopo, dalla fine dello stesso IX secolo, da dinastie ducali ereditarie.

Nell'inverno dell'838 il principe longobardo di Benevento Sicardo, nell'ambito di un preciso disegno politico di conquista di espansione, assalì Amalfi e se ne insignorì per mesi; fu in quella occasione che il longobardo trafugò il corpo di Santa Trofimena trasportandolo a Benevento per nobilitare con le preziose reliquie la propria chiesa e fornire alla città un'ulteriore divina protezione. La cosa accadde malgrado il vescovo di Amalfi Pietro avesse fatto trasportare, in previsione dell'assalto, il santo corpo da Minori, dove da tempo era stato solennemente collocato, al riparo delle mura di Amalfi, che evidentemente offriva rifugio più valido rispetto a Minori, forse meno munita e sicura; tuttavia quest'ultima meno di un anno dopo avrebbe di nuovo accolto e per sempre le venerate spoglie della Santa, mentre il terribile Sicardo veniva assassinato in una congiura di palazzo.

Con la nascita del vescovado suffraganeo di Amalfi, avvenuta nel 987 come riconoscimento della conservazione delle sacre reliquie di Santa Trofimena, prima protettrice di tutti gli Amalfitani, l'abitato di Reginna Minor o Reginella (poi conosciuto solo come Minori) dovette ricevere uno sviluppo di carattere urbano che, nel XIII secolo, le fece guadagnare l'attributo di civitas. La prosperità e lo sviluppo di Minori, però, furono in più di un'occasione messi in crisi, a causa soprattutto di incursioni e assalti provenienti dal mare. Nel X secolo fu attaccata dal capo saraceno Boalim, mentre nel 1135 (con la conquista del Ducato di Amalfi da parte dei Normanni) subì un saccheggio da parte delle galee pisane giunte nel golfo in difesa di Napoli minacciata dai Normanni.

Con la dominazione normanna e poi con quella sveva (vedi Regno di Sicilia) il Ducato di Amalfi perse ogni potere politico ed economico. In seguito alla ventennale Guerra del Vespro Minori fu sottoposta al blocco navale. Le gravi conseguenze del conflitto determinarono una profonda carestia, per cui nel 1301 il governo centrale dovette stabilire uno sgravio fiscale in favore della popolazione minorese. Inoltre nel 1306 e nel 1348 due terribili pestilenze decimarono notevolmente la stessa popolazione: Minori fu tra le città che ottennero, per speciale concessione di Carlo II, la riduzione sia pur provvisoria della metà del carico fiscale.

Nel 1419 Giovanna II d'Angiò concesse Minori (Maiori e gran parte della parte occidentale della Costiera Amalfitana) in feudo a Ottaviano Colonna. Successivamente Minori passerà più volte di mano. Alfonso d'Aragona lo concederà a Raimondo Del Balzo Orsini, il successore Ferrante ad Antonio Piccolomini, la cui famiglia resterà a Minori, con una breve interruzione, per circa 123 anni. Non mancarono mai però, quasi con cadenza periodica, le incursioni di pirati alle coste di Minori e dei paesi vicini, come quella del terribile Khayr al-Din Barbarossa nel XVI secolo.

Età Moderna

La struttura urbana di Minori subì, in Età Moderna, varie trasformazioni, determinatesi al tempo del vicereame spagnolo. Furono potenziate le difese marittime nel corso del XVI secolo per resistere alle incursioni dei corsari barbareschi, mentre gli edifici di culto diminuirono sensibilmente. Questo periodo non fu certamente felice per Minori; la vita cittadina venne afflitta da una profonda crisi economica per un insieme di motivi: incertezza politico-amministrativa e calamità d'ogni genere, in varie epoche, afflissero la popolazione. L'11 aprile 1597 Minori e tutta la costa vennero investite da una violenta mareggiata: molte imbarcazioni andarono distrutte, tutte le mura cittadine prospicienti il mare gravemente danneggiate, gran parte di esse seppellite nel mare. Il 21 dicembre 1631 l'eruzione del Vesuvio causò molti danni al paese. Successivamente fu colpito da epidemie di peste e di colera, particolarmente negli anni 1636 e 1656: gravissima fu quest'ultima allorché, su un totale di 264 fuochi (circa 1100 abitanti) si ebbero 355 morti di cui 2 ad aprile, 8 a maggio, 26 a giugno, 211 a luglio, 31 ad agosto e 7 a settembre. Altri danni Minori subì in seguito all'alluvione del 10 dicembre 1696 causato dal perdurare delle piogge violente. Poi, fra il XVI e il XVII secolo, l'economia del paese fu aggravata dalle numerose imposizioni fiscali decretate in quel periodo.

Il 1799, in seguito ai moti rivoluzionari napoletani, Minori venne "municipalizzata e democratizzata" da elementi della borghesia e del clero locale: più eclatante fu l'innalzamento dell'albero della libertà, simbolo della Rivoluzione francese.

Fin dai primi tempi del regno di Giuseppe Bonaparte si auspicava la costruzione di una nuova strada rotabile per rompere il secolare isolamento in cui erano costretti a vivere le popolazioni della costiera Amalfitana. Questa strada venne incominciata nel 1811 e portata a termine nel 1852. La grande opera venne discussa e approvata all'unanimità, ma la progettazione generale subì nel corso dell'esecuzioni dell'opera profonde e sostanziali modificazioni: nel 1830, mentre si stava ultimando il tratto Amalfi-Maiori, venne variato il tracciato in quanto si ritenne più conveniente seguire la linea Maiori-Capo d'Orso-Vietri giudicata più agevole e molto più economica. Il Comune di Minori contribuì alla realizzazione dell'opera con le seguenti somme: cinquemila ducati nel decennio francese (1811-1815), quarantamila ducati nel periodo borbonico (1815-1855).

A metà del XIX secolo in Minori non mancarono momenti di tensione sociale in relazione alla precaria situazione politico-istituzionale verificatasi nel Regno delle Due Sicilie: tuttavia non si manifestarono episodi particolarmente eclatanti.

Basilica di Santa Trofimena

La basilica di Santa Trofimena è il principale monumento religioso di Minori. Con le sue peculiarità artistiche e costruttive, questa basilica contribuisce a valorizzare ulteriormente il settore che riguarda l'architettura sacra del secolo XVIII in costiera amalfitana.

L'importanza della chiesa di Minori è dovuta alla presenza delle reliquie di santa Trofimena, giovanetta martire di Patti in Sicilia di cui si occupano le cronache medievali e vari scritti del nostro tempo. Le sacre ossa furono rinvenute sulla spiaggia, come vuole la tradizione, circa nei secoli VII o VIII e depositate in un tempietto non lontano dal lido all'uopo costruito. Nel 987 Minori diventò sede vescovile e fu eretta una cattedrale al centro dell'area urbana.

Alle soglie del XVIII secolo il deperimento architettonico della cattedrale convinse la popolazione ad abbattere completamente l'edificio e riedificarne uno nuovo. I lavori iniziarono nel 1747 e si conclusero all'inizio del secolo successivo.

Dal 1910 la basilica ha il rango di basilica minore.

Interno della basilica

La cripta

La struttura della nuova chiesa, soggetta nei secoli seguenti ad opportuni interventi di restauro, è rimasta immutata fino ai nostri giorni: in stile neoclassico, a croce latina, essa si contraddistingue per l'eleganza delle sue linee decorative e per la sua maestosità architettonica, ulteriormente amplificata dall'abbondanza di luce e dalla ricchezza dell'ornamento a stucchi. La facciata principale si presenta rivolta verso il mare, da cui la chiesa dista poche decine di metri. Nella parte inferiore della facciata si aprono quattro nicchie, nelle quali sono state allogate le statue degli evangelisti Luca, Marco, Matteo e Giovanni. A sinistra della facciata si erge il campanile: di stile neoclassico, è a pianta quadrangolare.

L'interno della chiesa viene suddiviso in tre navate da robusti pilatri, quattro per ogni lato, decorato con lesene e capitelli di stile composito e rivestiti di marmo. Dell'antico tempio restano evidenti due absidi, mutili, all'esterno della presenza basilica.

La zona sottostante il presbiterio costituisce l'attuale cripta di Santa Trofimena, a cui si accede da due rampe di scale ricurve situate rispettivamente ai lati estremi del presbiterio stesso. La cripta rappresenta un esempio di nitido stile barocco ed è lunga 13,60 m e larga 8, 50 m. Sotto l'altare vi è un'urna di marmo che conserva i resti mortali della Santa. La cripta è quindi il centro convergente della vita spiriturale e della religiosità minorese.

Villa romana di Minori

In breve

La Villa Romana di Minori, un’interessante sito archeologico del I secolo d.C., si lascia scoprire nel bel mezzo della Costiera Amalfitana.

Una testimonianza dell’otium romano in Costa d’Amalfi che merita di essere visitata.

La Costiera Amalfitana era apprezzata già in epoca romana per la bellezza dei suoi paesaggi e il suo clima mite.

Ne sono testimoni i ritrovamenti archeologici di Vietri sul Mare, Amalfi, Positano e Li Galli.

La Storia

La Villa Romana di Minori viene presumibilmente edificata nei primi anni del I sec. d.C. e rimase in vita, ma con diverse funzioni, fino al VII sec. d.C..

Nei secoli successivi gli abitanti di Minori utilizzano gli ambienti della villa come stalle per gli animali, per conservarvi carne e formaggi, per refrigerare bevande e derrate o per procurarsi materiale da costruzione.

Non si conosce il nome del gentiluomo che la fece costruire; di sicuro era una persona di notevoli possibilità finanziarie vista la scelta progettuale del complesso e del suo apparato decorativo. La Villa Romana di Minori è situata nel punto in cui il torrente Regina Minor sfocia a mare.

La villa marittima di Minori viene scoperta “casualmente” nel 1932 durante i lavori di ristrutturazione di una casa privata. Ulteriori ambienti vengono alla luce a causa di una tremenda alluvione che sconvolse tutta la Costiera nel 1954.

In questi giorni il Ministero dei Beni Culturali (Mibact), ha proposto un bellissimo video in 3D (disponibile sul canale YouTube) della ricostruzione virtuale della Villa Romana di Minori. Una grande opportunità per vedere da casa come se si fosse nella Villa risalente al I secolo d.C.

L’architettura della Villa

Il complesso residenziale di Maiori rappresenta il più classico degli esempi di “villa marittima” con gli ambienti termali ad est e le sale di rappresentanza esposte ad ovest. L’accesso principale era sul mare.

Oggi, della struttura residenziale, sono visibili solo le parti che si trovavano in prossimità del mare e sono circondati dai palazzi della moderna Minori.

La villa si sviluppava originariamente su due o più piani e presentava un suggestivo Ninfeo triclinio, la sala da banchetto. L’ambiente, con volta a botte, era il più lussuoso della residenza.

Il piano inferiore era aperto su un viridarium, giardino romano con una piscina centrale, circondato da un triportico con pilastri in mattoni (opus latericium).

Sulla terrazza, corrispondente al piano superiore, l’Antiquarium conserva alcuni resti degli affreschi che decoravano le pareti e materiale proveniente da altri siti archeologici della zona. Vi si accedeva mediante due scalinate, una di esse è quella nei pressi dell’ingresso attuale al sito.

Quasi tutto il complesso presenta decorazioni in stile pompeiano. Ancora oggi gli archi della villa rivelano i colori romani: dal rosso delle semicolonne al giallo e l’azzurro delle murature, fino al nero degli zoccoli dei pilastri dove si trovavano le aiuole fiorite.

Recenti scavi hanno messo in luce gli ambienti termali costituiti da apodyterium (spogliatoio), tepidarium (sala per bagni tiepidi) e calidarium (sala per bagni caldi) ed il praefurnium (il forno per scaldare gli ambienti). L’approvvigionamento idrico indispensabile per l’impianto termale e del viridarium (giardino interno), era assicurato dal torrente Regina minor.

Villa Romana di Minori

Indirizzo: Via Capo di Piazza, 28 – 84121 Minori (SA) Contatti: +39 089 852893 Orario: dal martedì al sabato dalle ore 9.00 alle 19.00, domenica dalle ore 9.00 alle 13.00. Il lunedì resterà chiusa per riposo settimanale. L’ingresso è gratuito.

Come arrivare

In auto da Napoli: Autostrada A3 (Napoli – Pompei – Salerno) uscita consigliata a Vietri sul Mare, poi seguire le indicazioni per la Costiera Amalfitana, (15 Km). Uscita Angri: proseguire per Valico di Chiunzi/Costiera Amalfitana e poi per Maiori.In treno: La stazione ferroviaria più vicina è a Salerno, a 40 minuti da Minori, oppure la stazione di Napoli, a circa un’ora di viaggio.

La Villa Romana di Minori è il sito archeologico di una villa romana del I secolo d.c situata nel comune di Minori, in Campania. Nell'anno 2015 la villa e l'antiquarium sono stati visitati da 23.247 visitatori.

Storia

La villa romana di Minori si trovava in una baia della Costiera Amalfitana, nel punto in cui il fiume, Regina Minor, sfocia nel mare. Questo tratto di costa, ricca di insenature e porti naturali, era un luogo amato e frequentato dall'aristocrazia romana imperiale che vi ha costruito le proprie residenze, come testimoniano i ritrovamenti di Vietri sul Mare, Amalfi, Positano, e Li Galli.

Le prime informazioni riguardo ad un edificio di epoca romana a Minori risalgono ai "Documenti e Atti della Commissione Archeologica della Provincia del Principato Citeriore" (1873-74), in cui L. Stabiano ha scritto sulla scoperta delle "terme romane".

Nel 1932 un crollo avvenuto durante la ristrutturazione di alcune case nell'area ha portato alla scoperta di una camera sotterranea, appartenente alla villa romana. Gli scavi iniziarono nel 1934, ma alcune zone sono venute alla luce solo nel 1950, in particolare dopo il 1954, quando una forte precipitazione colpì la Costiera Amalfitana.

Nel 1956, mentre era in corso un cantiere per la costruzione dell'Hotel Santa Lucia, sono state scoperte nuove aree della villa decorate da dipinti che si conservano nel museo collegato alla villa. La struttura residenziale è visibile solo sul lato più vicino al mare, poiché molte parti dell'edificio sono stati riutilizzate come cantine da nuovi lotti abitativi sorti sul sito della villa.

A metà degli anni 1990 è iniziato il restauro dei mosaici che ornavano il triclinio.

La villa fu costruita attorno ad un "viridarium", giardini romani con una piscina centrale, circondata da un gruppo di edifici e triportico divisi in due gruppi simmetrici da una grande sala centrale.

L'antiquarium

Sulla terrazza, corrispondente al piano superiore, è l'annesso antiquarium che espone reperti di età romana provenienti da altre ville della zona, le quali attestano come Minori in epoca imperiale fosse una rinomata località di soggiorno.

Il Triclinio - Ninfeo

Portici della villa

Rampa di scale all'interno della villa